martes, 15 de septiembre de 2009

San Pietro e San Paolo
Savelli

Un po` di storia…(savellionline.it)

Domenico Paletta, detto u quarararu, nel 1881 inaugurò il triste fenomeno dell'emigrazione. Fu il primo savellese a lasciare l'Italia per emigrare in Argentina, dopo di lui ne partirono altri, poi altri ancora. Padri, mariti, figli lasciarono il paese con intensità crescente tanto che ai primi del '900 non vi era famiglia che non avesse un suo membro emigrato. Le donne che restavano in paese ricevevano le rimesse dei loro cari con cui allevavano i figli e a volte vivevano anche in agiatezza; moltissime dopo pochi anni non seppero più nulla del proprio congiunto e attesero invano una lettera, un saluto.Molte furono le donne che intonarono:

'Merica, chi te via arsa re fuoco,
Cuomu re fuocu fa' vrujiara mmie;
A llu mio bene ti lu tieni lluocu
E llu fa' stare luntanu re mie
Rille si si nde vena o si sta lluocu
O veramente s'è scurdatu e mie
rille si ci addimmura n'atru puocu,
L'ossa ce po' truvare e no r'a mmie!

Si calcola che dal 1881 circa diecimila savellesi abbiano preso la via dell'emigrazione: fu un flusso ininterrotto, che subì una flessione durante il ventennio fascista. Esso si diresse soprattutto verso l'Argentina, solo un numero limitato di persone si recarono nel Nord America e in Australia. A partire dagli anni Sessanta molti braccianti, contadini e artigiani, con al seguito la famiglia, hanno abbandonato Savelli per raggiungere la Francia, la Germania, il Belgio, il Lussemburgo, la Svizzera e il cosiddetto triangolo industriale dell'Italia del Nord. Ogni capofamiglia ha lavorato sodo nelle miniere di carbone del Belgio, alla Fiat di Torino, in ogni dove col pensiero fisso di fare studiare i propri figli per assicurare loro un futuro diverso dal loro, fatto di più certezze. E' stata questa fede che li ha aiutati nel duro mestiere di emigrante: a loro va tutta la nostra eterna gratitudine.

I festeggiamenti

I Savellesi giunti i Argentina hanno mantenuto le loro tradizioni. Hanno fondato l`associazione savellese in onore ai santi patroni Pietro e Paolo. Domenica 13 settembre in data posticipata causa influenza porcina l`omonima associazione era in festa. Nella sede il P. Fabrizio ha celebrato la santa messa e accompagnato la processione assieme la parroco della zona. Dopodichè si è svolto il tradizionale pranzo. Il Presidente dell`associazione Francisco Rotundo ha sottolineato l`importanza dei giovani nell`associazionismo e si è prodigato per la buona riuscita dei festeggiamenti, che hanno raccolto un gran numero di stendardi proveniente dalla associazioni vicine e lontane, aderenti a FACIA e Faca.

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