martes, 27 de enero de 2009
Santa Cristina di Sepino, Monte Chingolo. Lanus
Santa Cristina di Sepino
Le feste patronali dell`associazione sepinese di Monte Cingolo, realizzatesi domenica 11 gennaio, sono senza dubbio una bella occasione per riscoprire una devozione, che ha attraversato l`oceano per arricchire l`Argentina della fede, la storia e della cultura dei sepinesi.
Le prime testimonianze di fede cristiana nel territorio di Sepino sono documentate dalla presenza, nel V secolo, di una sede vescovile a Saepinum, l'antica Sepino romana in località Altilia.
E' documentato, infatti, l'insediamento nell'anno 454 del vescovo Palladio e nel 501 di Proculeiano, il quale partecipò al sinodo celebrato a Roma da Papa Simmaco. A seguito della dominazione Longobarda, presente in questa zona già nel VI secolo, verosimilmente la diocesi venne a cadere.
La città di Saepinum, che intanto aveva preso il nome di Altilia e annessa al Castaldato di Boiano, si spopolò progressivamente a seguito anche di calamità naturali, come terremoti e alluvioni.
La città ritornò a nuova vita per merito del processo di recupero dell'agricoltura ad opera del monastero benedettino di S. Sofia di Benevento, che ha avuto una sede ad Altilia fino al 1119.
Le mutate condizioni politiche e la posizione in pianura, difficilmente difendibile, esposero però la città ai continui saccheggi dei Saraceni e ne decretarono, nel 882, il definitivo abbandono a favore di una posizione più a monte dove nacque il "Castellum Saepini", l'attuale Sepino.
Alla fine del 1089, secondo la tradizione popolare, un avvenimento eccezionale sconvolse la città di Sepino.
Due pellegrini, diretti in Terra Santa provenienti da Montpelier e transitati da Bolsena, portarono a Sepino le reliquie di S. Cristina. La popolazione, venutane a conoscenza, fece voto di fede ed elesse S. Cristina a protettrice.
Era il 10 gennaio 1099; da quel momento la Chiesa trasformò il titolo in S. Cristina.
A Sepino, Santa Cristina è festeggiata con la “crianzola”, una cena organizzata dal Sindaco che vede la partecipazione esclusiva dei capo famiglia del paese e delle contrade, durante la quale si assaggiano vini offerti dai produttori locali in ricordo di una vecchia usanza; c`è la consegna del "cartoccio": il cartoccio è un dono tradizionale dell'amministrazione comunale ai bambini di Sepino, confezionato con leccornie varie e dolci tradizionali; e infine, il giorno prima della grande festa, la processione delle Verginelle: bambine vestite di bianco, simbolo della purezza Santa, dopo aver ricevuto il cartoccio accompagnano i membri dell'amministrazione comunale in chiesa, dove si svolge la messa. Il sindaco reca in dono alla Santa oro, incenso e mirra.
Il legame che unisce i sepinesi di Lanus con il paesello d`Italia li vede affratellati in un gemellaggio, dove il ricordo reciproco li mantiene uniti non sono nei festeggiamenti, ma anche negli interscambi. Infatti, quest`anno il presidente dell`associazione sepinese ha annunciato la possibile presenza del parroco e del sindaco di Sepino per la prossima festa patronale a Lanus. Quest`anno il clima non è stato inclemente verso i devoti, che hanno celebrato la festa con la tradizionale messa, processione e festeggiamenti al`aperto.
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