martes, 15 de septiembre de 2009




San Giovanni Battista di Gizzeria
Il Paese e la devozione

Gizzeria, non vanta origini remote, pur essendo parte di un comprensorio archeologico di notevole importanza. Le sole notizie certe della prima costituzione del paese non vanno al di là del periodo Bizantino. Molto controversa è, anche, l'etimologia del toponimo Gizzeria. C'è chi lo ritiene derivante dal greco Izwsios=essere collocata.
La forma Izaria è, invece da ricondurre alla migrazione albanese. In epoca normanna il nome era stato, al contrario, Yussaria. Da Izaria derivò successivamente Jzaria (1510), poi mutatosi, per ragioni fonetiche, in Jazzaria o Jizzeria. Il nome attuale è in uso dal 1753.
La storia del paese, dopo la distruzione da parte dei Saraceni, avvenuta verso la fine dell'anno mille e precisamente il 981, secondo quanto dicono alcune fonti storiche, è prevalentemente centrata, nei primi secoli, sul monastero greco di S.
Nicola, un piccolo agglomerato di pochi abitanti, alloggiati per lo più in pagliai ed abituri. Il cenobio, che sorgeva su un terreno appartenente ai Cavalieri di Malta, ha avuto dapprima una sua vita autonoma, durata fino a quando Roberto il Guiscardo, latinizzandolo, la concesse alla famosa badia benedettina di S. Eufemia. Intorno a questa comunità, si sviluppava così il primo nucleo dell'abitato di Gizzeria, un paese che non avrebbe avuto però un'ulteriore sviluppo se non fosse stato rinvigorito
dall'apporto di alcuni profughi albanesi, venuti nell'Italia meridionale per domare la rivolta dei baroni calabresi, capeggiata da Antonio Centelles, il quale si era ribellato al re di Napoli Alfonso I° di Aragona.
Il culto di San Giovanni Battista, diffusosi prestissimo in tutta la Cristianità, e molte città e chiese ne presero il nome: la chiesa del paese di Gizzeria è una di queste.
Moltissimi sono anche i patronati, di cui ricordiamo i più importanti:
• Per via dell'abito di pelle di cammello, che si cuciva da sé e della cintura, è patrono di sarti, pellicciai, conciatori di pelli.
• Per l'agnello, dei cardatori di lana.
• Per il banchetto di Erode che fu causa della sua morte, è patrono degli albergatori.
• Per la spada del supplizio, di fabbricanti di coltelli, spade, forbici.
• Un inno in suo onore diede a Guido D'Arezzo spunto per i nomi delle note musicali: Ut Re mi fa Sol La Si, ed è quindi patrono dei cantori.
UT queant laxis - REsonare fibris - MIra gestorum - FAmuli tuorum - SOLve polluti - LAbii reatum - Sancte Johannes
• Come battezzatore è patrono dei trovatelli, che venivano abbandonati alle porte dei battisteri.
• È patrono dell'Ordine di Malta.
Questa devozione, di cui abbiamo raccolto qualche stralcio di storia e spiritualità, è stata festeggiata il 31 agosto a Virreyes. In un caldo pomeriggio domenicale si è svolta la processione e la messa. Anche se il clima di festa è stato spezzato dalla sparizione della moglie di Antonio Scumaci, fondatore e presidente per tantissimi anni del Centro Cattolico Italiano di Virreyes. I presenti si sono uniti in preghiere per stare vicino ad Antonio in questo momento di dolore.

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