viernes, 27 de marzo de 2009

San Mauro Castelverde

Senz`ombra di dubbio i fondatori del quartiere di San Mauro Cstelverde di Quilmes non avrebbero mai immaginato che la devozione potesse mettere radici così profonde nella loro zona di residenza. La storia racconta che l`originale paese italiano fu chiamato San Mauro perchè alcuni monaci benedettini donarono agli abitanti una parte del cranio di San Mauro. Nel 1863 fu aggiunto l'appositivo Castelverde derivato dall'omonimo castello costruito nelle vicinanze del luogo. A Quilmes non c`è il craneo di San Mauro e neanche il castello, ma due splendide scuole e una cappella. Gli abitanti della zona si fanno chiamare maurini e anche quest`anno come da sempre hanno celebrato il loro santo nella tradizionale festa patronale. Svoltasi domenica 15 marzo, la festa di San Mauro è stata illuminata da una meravigliosa giornata di sole e dalla gioia dei maurini nel festeggiare il loro santo patrono.

San Nicodemo

San Nicodemo di Mammola

La Festa Patronale in onore di San Nicodemo Abate Basiliano si svolge ogni anno il 12 marzo, in ricordo della morte avvenuta a 90 anni e precisamente il 12 marzo del 990 nell'antico Monastero del monte Kellerano sugli altipiani della Limina nel Parco Nazionale dell'Aspromonte territorio di Mammola.
Gli annali raccontano che Teofane e Pandia furono i genitori di Nicodemo, che nacque a Cirò (Catanzaro) nei primi anni del X secolo, lo affidarono alla cura spirituale di un pio e dotto sacerdote, Galatone, contemporaneamente il ragazzo progredì nelle scienze sacre e nella pietà. Entrato nella vita monastica, chiese l’abito monastico all’austero abate s. Fantino, ma gli fu rifiutata più volte questa richiesta, perché non veniva ritenuto adatto a quella vita di studi, penitenze e mortificazioni, vista la sua gracile costituzione fisica. Deluso ma non convinto, insisté tramite i buoni auspici di altri monaci, finché s. Fantino commosso dalle sue insistenze, gli concesse l’”abito angelico”, così chiamato tra i monaci greci di quel tempo.
Nicodemo divenne insieme a s. Nilo di Rossano, esempio splendente di vita ascetica del Mercurion, cresciuti e formati tutti e due alla rigida scuola dell’abate s. Fantino; essi accomunati ad altri santi monaci calabro-siculi resero famosa in tutta la Cristianità la loro Comunità, al punto che Oreste, patriarca di Gerusalemme la descrisse elogiandola, nei suoi autorevoli scritti e biografie.
Nonostante i settanta anni passati nell’asprezza della vita ascetica, Nicodemo visse circa 90 anni, tantissimi per quei tempi e a dispetto della sua gracile costituzione fisica; morì nel monastero di Mammola, che prese poi il suo nome, il 25 marzo 990.
I miracoli fiorirono sulla sua tomba e quindi venne proclamato santo, allora non c’erano tutte le procedure che occorrono oggi. Nel 1080 i Normanni trasformarono il piccolo oratorio con la sua tomba, in una grande chiesa, restaurando anche il monastero e concedendo privilegi e beni.
Le reliquie furono poi traslate nella chiesa di Mammola nel 1580 che lo proclamò suo patrono nel 1630, fissando la festa liturgica al 12 marzo. I pontefici nei secoli successivi concessero particolari indulgenze nell’occasione della sua festa e altre celebrazioni.
Il Comune di Mammola nel 1884 fece decorare artisticamente la cappella, una ricognizione delle reliquie è stata effettuata il 12 maggio 1922 nella coincidenza dell’inaugurazione della ricostruita e abbellita chiesa.
Qui in argentina, grazie allo sforzo dei mammolesi emigrati, la devozione a San Nicodemo di Mammola si è mantenuta intatta, ed ogni anno l`associazione mammolese rende onore al suo santo patrono. Quest`anno la sede dell`associazione Cinquefrondi è stato il luogo ideale per una festa, svoltasi tra amicizia e cordialità la domenica 15 marzo. Alla messa è seguito il tradizionale pranzo e balli all`aperto.